lunedì 26 novembre 2012

RECENSIONE: Teorema Catherine di John Green




Titolo: Teorema Catherine
Autore: John Green
Anno di pubblicazione: 2006
Pagine: 296
Genere: romanzo young-adults
Prezzo: 16,50€


Ho scoperto John Green grazie al letto e riletto (piango tutte le sante volte)  Cercando Alaska, comprato più per i commenti entusiasti dei lettori che per  la trama in sè. Ancora oggi ringrazio quel mezzo errore perchè mi ha fatto scoprire il mio autore preferito. John Green è capace di farti ridere fino alla lacrime e spezzarti il cuore la pagina dopo. E per questo io l'adoro.
Inizialmente pensavo di recensire Green partendo dal suo ultimo libro pubblicato, Colpa delle stelle ma sono ancora nella Fase Post-John Green e reco sul corpo segni collaterali quali: confusione mentale, incapacità di parlarne senza piangere, e una voglia matta di prendere quell'uomo schiaffeggiarlo, abbracciarlo e poi ringraziarlo per essere così geniale. Ho deciso quindi di partire scrivendo di Teorema Catherine, forse il libro meno profondo scritto dall'autore ma in assoluto uno dei più divertenti.
Il protagonista si chiama Colin Singleton ed è un ex-bambino prodigio, aspirante genio matematico e fissato con gli anagrammi. All'inizio della storia troviamo Colin in uno stato di despressione a causa della rottura con Catherine, la sua ragazza. Per la precisione con la sua diciannovesima fidanzata. Tutte si chiamavano Catherine: non Katerine, Katrina, Kitty e varie modificazioni, solo C-A-T-H-E-R-I-N-E.
La rottura capita in un momento della sua vita molto delicato: ha appena finito il liceo e si appresta a frequentare uno dei migliori college americani, ma questa nuova tappa della sua vita lo mette faccia a faccia con un dubbio che lo perseguita. Ormai è adulto e nonostante sia molto intelligente e sia un ex-bambino prodigio non è un genio, non ha ancora fatto qualcosa di importante che lo qualifichi come tale. Fin da piccolo ha avuto il desiderio di imparare e apprendere ma si considera più una macchina raccogli-nozioni che un genio. Perchè i geni creano, inventano e scoprono, Colin invece è solo capace di studiare il lavoro altrui. Fortunatamente lo salva da questa fase depressiva il suo migliore amico Hassan, descritto come    "[...] un oriundo libanese grassoccio e irsuto [...]". I due sono amici dall'ultimo anno delle superiori ma sono l'uno l'opposto dell'altro: Hassan è intelligente ma estremamente svogliato, continua a rimandare l'inizio delle lezioni all'università e preferirebbe di gran lunga vivere sul divano di casa sua guardano la tv. Decidono di partire per un viaggio on the road in giro per gli Stati Uniti. Dopo numerose soste (fra cui una obbigatoria per vedere il Più Grande Crocifisso Ligneo del Mondo, nel Kentucky) arrivano a Gutshot, nel Tennessee, per visitare la tomba dell'Arciduca Franz Ferdinand, la cui morte innescò la Prima Guerra Mondiale.           La guida si chiama Lindsey Lee Wells e ha un sorriso che secondo Colin ispira fiducia. Durante il tragitto verso la tomba Colin cade e mentre, sanguinante, guarda il cielo dell'afoso Tennessee ha il suo Momento Eureka. Lo aspetta da tutta una vita e fra i dubbi su un possibile trauma cranico e commenti sulle (cito fedelmente) "tettine di grasso" di Hassan, capisce finalmente che può inventare un teorema sulla base delle sue passate relazioni e capire quel è il fattore che ti determina come Mollato o Mollatore.
Inizia così la ricerca del nuovo sè stesso, l'amicizia con Lindsey e avventure che pensava non potessero mai capitargli (insomma, chi si immagina di essere inseguito da uno sciame d'api durante una battuta di caccia al cinghiale selvatico?).
Come avrete capito il libro mi è piaciuto molto. Ridevo come un'idiota anche in pubblico, perchè veramente non se ne può fare a meno. Spesso a fine pagina ci sono delle note riguardanti fatti e curiosità storiche e linguistiche trovate durante la lettura; solitamente l'interruzione della narrazione che si verifica per leggere le note mi infastidisce, ma in questo caso le aspettavo perchè sono molto interessanti. Questo è un libro che parla anche di matematica e ci sono dei grafici che illustrano il progredire del teorema di Colin e a fine libro si trovaun appendice firmato da un matematico amico dell'autore che spiega nel dettaglio alcune operazioni eseguite da Colin.
L'unica cosa che non mi piace è la copertina: è brutta. Non impazzisco nemmeno per quelle di Cercando Alaska, Città di carta, Will ti presento Will e Colpa delle stelle ma almeno si può dire che sono carine. La copertina (alla faccia di tutti quei detti alla "l'abito non fa il monaco") secondo me è una caratteristica fondamentale per un libro, influisce, nel mio caso, anche sull'acquisto di un volume. In certi casi sarebbe meglio lasciare quella originale o modificarla leggermente. Questa è una versione della copertina americana:
 
File:An Abundance of Katherines-cover.jpgNemmeno questa è particolrmente bella ma entrando in libreria le avrei dato un secondo sguardo perchè è molto più colorata di quella italiana e il modo in cui è scritto il titolo è inerente anche alla trama del libro.
Concludendo, John Green merita assolutamente di essere letto almeno una volta nella vita perchè ha un modo tutto suo di descrivere le problematiche adolescenziali (anche quelle particolarmenti difficili) in un modo fresco e tremendamente divertente.
VOTO: 10

Buone letture da,
Ale :)



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